IN CONTRODANZA rassegna a cura di MOWlab e Teatro della Contraddizione presenta

DOPPIO SPETTACOLO: ANIMULA + IKI dal 19 al 22 Gennaio – ore 20,45

ANIMULA

di e con Daria Menichetti
disegno luci Luca Poncetta
esecuzione sonora e consulenza artistica Francesco Manenti
foley Michele Zanni
produzione Associazione Sosta Palmizi
con il sostegno di MiBAC, Regione Toscana/Sistema Regionale dello Spettacolo
Residenze artistiche Aldes (Lucca), Cajka Teatro d’avanguardia popolare (Modena), Centro per le Arti la Cultura e la Ricerca MACAO (Milano)

Selezione Visionari Kilowatt Festival 2017

“Animula vagula, blandula,
Hospes comesque corporis
Quae nunc abibis in loca
Pallidula, rigida, nudula,
Nec, ut soles,dabis iocos…”
P. AELIUS HADRIANUS, IMP.

“Piccola anima smarrita e soave,
compagna e ospite del corpo,
ora t’appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti…”
Imperatore P. AE. Adriano

Cicatrici bianche su di un pavimento scuro misurano le distanze da percorrere, indicano le direzioni, tracciano un destino già scritto e forse già percorso. Oggetti cavi sono come uteri pronti a crescere nuovi semi, o contenitori predisposti ad accogliere frutti ormai maturi, nel ciclo continuo delle esistenze.
Un ventilatore sempre acceso indica che il tempo si è fermato. Un battito e un respiro regolari rivelano che qualcosa di meccanico ancora è in funzione. Bagliori restituiscono ombre.Una figura composta e contenuta, ben truccata, filo di perle al collo, come una statuetta di cera, si aggira esposta in questo luogo, quasi fosse sotto osservazione ma contemporaneamente invisibile. Visibile forse solo a chi la vuol vedere. Attraversa e anima questo luogo incolore, arduo e spoglio, quasi a compiere un silenzioso, magico e misterioso rituale. Tra il corpo e l’anima.

IKI

di e con Daria Menichetti e Francesco Manenti
disegno luci Vincent Longuemare
musica Michele Zanni
costumi Aldo Ferretti
coproduzione DanceMe (Perypezye Urbane) e Associazione Sosta Palmizi
con il contributo di MiBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana Sistema Regionale dello Spettacolo
con il sostegno di C.U.R.A. Centro Umbro Residenze Artistiche e il supporto di Corsia Of

selezionato da Visionari Kilowatt Festival 2019

si ringraziano Carolina Balucani per la partecipazione al processo creativo e Cajka Teatro d’Avanguardia Popolare (Modena) per aver ospitato il progetto ai Teatri del Cimone 2018

“È una mattina d’estate o una nevosa, calda sera invernale e voi siete morti. Una luce grigia, immutabile appare ai vostri nuovi occhi in un paesaggio deserto dove ogni buio è possibile. Appena un attimo è passato da quando sperma e ovulo si sono incontrati per l’ultima volta nel cuore. Poi con un brivido, un breve sussulto, la vostra mente si è liberata dal peso del corpo”.
(tratto da – Torbide Luci, radiosi sentieri – Ugo Leonzio)

IKI è il tentativo di immergersi nella dimensione fisica e spirituale della morte, è la danza di due anime che abbandonano la propria esistenza fisica terrena per accedere ad un’altra dimensione, ad un altro stato di presenza. In scena, due coniugi defunti, che attraversano insieme il confine tra la vita e la morte. Dove va a finire o dove si dirige quello spirito di vita che ci anima nella nostra esistenza terrena?

note degli autori: Con IKI vogliamo mettere in danza la nostra dimensione meno corporea.
In particolare i tre giorni successivi alla morte quando ancora il corpo della persona è presente nella vita, ma la “persona” apparentemente non c’è più.
In scena, due coniugi defunti, che attraversano insieme il confine tra la vita e la morte. Dove va a finire o dove si dirige quello spirito di vita che ci anima nella nostra esistenza terrena? In molte culture, in particolare nella religione Buddista, si crede che l’anima dopo la morte debba abbandonare il corpo per accedere ad un’altra dimensione, che può essere quella di altre reincarnazioni, se ancora lo sviluppo personale non è portato a termine nelle varie esistenze terrene, oppure in una dimensione di pace assoluta non seguita da una successiva reincarnazione terrena se si è completato il proprio processo di evoluzione interiore attraverso le varie esistenze umane.
In questo contesto culturale il libro Tibetano dei Morti, è un testo che aiuta l’anima del defunto ad abbandonare il corpo, per liberarsi e trovare la propria strada di evoluzione.


Daria Menichetti
 si è formata in danza contemporanea a Perugia (metodo Nikolais).Si perfeziona in Italia e all’estero studiando con maestri come Carolyn Carlson, Masaki Iwana, Abbondanza Bertoni e altri. Frequenta il corso biennale di Scritture per la danza contemporanea diretto da Raffaella Giordano. Termina la formazione triennale in Danza Sensibile®️ diretta da Claude Coldy, che si fonda sui principi ontogenetici e filogenetici del movimento umano e della relazione del corpo immerso nell’ambiente. Frequenta il corso Body Mind Centering®️ ottenendo il diploma di SME (Educatrice Somatica). È interprete per registi e compagnie di teatro e danza in Italia. Lavora in carcere come interprete di spettacoli di Teatro con la compagnia di Sollicciano e nel penitenziario di Perugia come formatrice all’interno del progetto pilotato dal carcere di Volterra (Armando Punzo) e portato avanti in loco dal Teatro Stabile di Perugia. Dal 2016 porta avanti una ricerca coreografica personale. Dal 2018 è direttrice del festival C.OSMOS dal body mind centering®️ alla performance, tre giorni dedicati alla formazione e alla creazione artistica partendo dal Body Mind Centering®️. Si interessa di zooantropologia e cinofilia, studia il rapporto uomo-animale alla scuola SIUA e collabora in un progetto di ricerca tra l’Università di Bologna (Prof.ssa Laura Budriesi) e Roberto Marchesini per una futura pubblicazione sulla zooantropologia. Si è laureata al Dams di Bologna con una tesi su “Le performance contemporanee nella prospettiva degli Animal Studies”. È operatrice in zooantropologia didattica (SIUA), offre quindi percorsi che accompagnano i bambini e gli adulti a costruire una relazione con l’eterospecifico che sia rispettosa, consapevole, e che generi una coscienza creativa e riconoscente del valore del rapporto di interscambio che l’uomo e le altre specie hanno avuto nella storia e che hanno tuttora. É in formazione come educatrice cinofila presso la stessa scuola SIUA. Si interessa alla questione ecologica ed ambientale in chiave politica ed è iscritta al corso di Scienze Umane per l’ambiente di Roma 3.

Francesco Manenti Nasce a Carpi nel 1974. Lavora nel campo del teatro, della performance e dell’arte visiva. E’ diplomato al Corso di Formazione Professionale in Noveau Cirque presso la scuola di Teatro di Bologna Galante Garrone. Studia e approfondisce la Contact Improvisation, in particolare seguendo i seminari di D.Heitkamp e Benno Voorham. Nel 2003-2004 gli viene assegnata una borsa di studi da Raffaella Giordano e Giorgio Rossi, con i quali studia frequentando i seminari di teatrodanza tenuti presso la Sosta Palmizi. Dal 2010 segue il lavoro di Masaki Iwana frequentando i suoi laboratori intensivi presso L’Atelier du Butoh Blanc in Normandia. Si è diplomato al Master internazionale WTTL (World Theatre Training Library) sotto la direzione artistica del Maestro Yuri Alschitz che si è svolto presso l’Università UNAM di Città del Messico con la finalità di sviluppare la pedagogia teatrale. Da diversi anni studia arti marziali (Ki Aikido, Kung Fu, TaiJiQuan), arti circensi (in particolare acrobatica aerea e danza con bastoni infuocati); nel 2011 si è diplomato come Insegnante di Dao Yin Fa Qi Gong presso la Scuola Tao Yin Italia. Con Ellisa Canessa da vita al Progetto Agatharandagio ed insieme creano gli spettacoli “ESERCIZI” e “DRUNK” (coproduzione TIR-Danza) partecipando a diversi festival tra i quali: ”Lavori in Pelle”, Premio Iceberg 2005, Festival DANAE 2006, Italia Wave 2009, GD’A 2004-2005 e Festival Inequilibrio-Armunia 2009. Nel 2008 crea insieme a E. di Terlizzi, E. Canessa, F. Dimitri, E. Rosenberg e P. Gianotti la compagnia svizzera di teatro del movimento Progetto Brockenhaus. Ha lavorato e tuttora collabora come interprete per alcune tra le più interessanti compagnie Italiane e straniere quali Sosta Palmizi (Giorgio Rossi), Pantakin (Michele Modesto Casarin),Teatro Kismet Opera (Teresa Ludovico), Eccentrici Dadarò. Ha lavorato inoltre con: Riccardo Palmieri-ArterieCIRT, PierrNosari-Acidi Alteri, Maria Carpaneto-Filo di Paglia, Company Mafalda, Dimensioni Parallele Teatro (Stefano Cenci). Parallelamente porta avanti una ricerca personale nel campo delle arti visive.

19, 20, 21, 22 Gennaio
ore 20,45
ingresso €15 – ridotto €12
Prenotazione consigliata, i posti sono limitati

Per accedere agli spettacoli è necessaria la tessera associativa (gratuita); per richiederla: www.tesseramentocontraddizione.it
Non è possibile tesserarsi al momento.
Info e prenotazioni: 025462155 – prenotazioni@teatrodellacontraddizione.it

Teatro della Contraddizione, via della braida n.6, 20122 Milano – MM3 Porta Romana

#danzacontemporaneamilano

IN CONTRODANZA Rassegna curata da MOWlab/ Il Filo di Paglia e Teatro della Contraddizione presenta

S’I’ FOSSE FOCO
da un’idea di Camilla Barbarito
progetto di Sciami Cromatici
con Gerard Diby, Arup Kanti Das, Camilla Barbarito e Fabio Marconi

Un rito laico d’arte divampa per Milano. 
Musica, danza, teatro, una candelora partecipata dai cittadini e un archivio sonoro di rumori e voci dei quartieri che interagisce con gli artisti come un leitmotiv.
Gerard Diby, insieme al collettivo Sentimento Popolare, si fa fiamma e cerimonie di un atto poetico danzato per le periferie della città per approdare al TDC in un happening che indaga il tema della tradizione e della contemporaneità.
Gerard Diby è un danzatore, coreografo e cantante, della Costa d’Avorio. L’eleganza, la precisione, l’energia e la grazia di Diby ci condurranno attraverso un viaggio tra tradizione e contemporaneità. Nel continente africano, i canti e le danze accompagnano la vita quotidiana, in ogni suo momento, felice o triste che sia. Non esiste una musica distinta tra teatro, danza e musica, al contrario questi tre aspetti si fondono in un’unica performance. Un lavoro di danza africana tradizionale e contemporanea, con una forte componente teatrale ed espressiva realizzata con la presenza in scena di musicisti che attingono a sonorità mediterranee e africane per unire e cercare nuove contaminazioni . 
Quando: venerdì 16 dicembre, ore 20,45
Dove: Teatro della Contraddizione, via della braida 6, Milano – MM3 Porta Romana
>ingresso 12€
Prenotazione consigliata, i posti sono limitati
TESSERA: Per accedere agli spettacoli è necessario avere la tessera associativa del Teatro della Contraddizione. 
La tessera è richiesta gratuita e va 24 ore prima dell’evento cui si vuole partecipare.
Per richiedere la tessera: http://www.tesseramentocontraddizione.it
>Info e prenotazioni: 025462155 – prenotazioni@teatrodellacontraddizione.it

#danzacontemporaneamilano

THE SPACE ISSUE con Julyen Hamilton @teatro della contraddizione

30 novembre- 1-2 e 4 dicembre

Torna quest’anno sempre per IN CONTRODANZA, Julyen Hamilton con l’organico della sua compagnia Allen’s Line : la questione dello spazio

L’insegnamento di Julyen Hamilton indaga a fondo l’atto creativo e la tecnica necessaria per accompagnarlo e facilitarlo. La sua visione della tecnica è quella di osservare le cose come sono fatte, come funzionano e come la conoscenza e l’esperienza e l’intuizione possono essere utilizzate per creare il lavoro che ognuno di noi ha bisogno di realizzare. Julyen entra naturalmente nei mondi della fisiologia, filosofia, della cultura, dell’immaginazione e del futuro. Questo workshop considera e pratica la natura essenziale dello spazio in cui la coreografia, la danza, il testo possono essere realizzate e eseguite. Penetra i temi dello spazio radiale e cartesiano e il modo in cui influenzano il corpo in movimento e lo spazio teatrale in cui si incontrano pubblico e interprete. Negli ultimi anni gli elementi compositivi di maggiore interesse sono stati il tempo, lo spazio, la drammaturgia, la musica e la voce; derivano dalla sua esperienza di danzautore che crea materiale istantaneamente davanti al pubblico. Il lavoro di base è la gestione del corpo e il suo “parlare” nello spazio, nel movimento e nel tempo. La sua coordinazione e il suo rapporto con il materiale che crea e poi la condivisione con il pubblico nella performance. La sua capacità di distillare e trasmettere i principi essenziali consente a una vasta gamma di danzatori e artisti di ogni genere con background diversi di impegnarsi nella sua metodologia. 

Julyen Hamilton artista di fama mondiale, formatosi a Londra a metà degli anni ’70, esponente costante di performance innovative. Uno dei maggiori improvvisatori europei, dirige la Julyen Hamilton Company in tutta Europa. L’utilizzo di testo, voce e danza è unico e di altissimo livello. Dagli anni ’80, collabora con musicisti di grande calibro quali Barre Phillips, Fred Frith, Le Quan Ninh,Alfred Spirli, Micha Mengelberg. Per approfondimenti www.julyenhamilton.com

Costo : 240€ early bird entro 10 novembre

Lo stage si svolgerà presso il teatro della contraddizione in Via della Braida 6 Milano

20 ore di stage 30 novembre 1-2-e 4 dicembre orario 18:00 > 23:00 e domenica 11:00 > 16:30

Per informazioni scrivere a mariacarpaneto@gmail.com – tel 347 9355159

#danzacontemporaneamilano

IN CONTRODANZA Dynamite Natalia Vallebona

PRATICA PER UN CORPO ELETTRICAMENTE POETICO 
Un seminario di danza diretto da Natalia Vallebona

Natalia Vallebona unisce i principi del flying low, del release e della break dance per sviluppare un lavoro danzato che contiene il disequilibrio, la spirale, il peso del corpo e il principio di caduta per creare una continuità di movimento danzato arricchito da un’esplosività espressa o latente. Questa potenza arriva non solo dal corpo ma anche dallo sviluppo di un immaginario nutrito da un lavoro d’improvvisazione ed esercizi 
specifici che incoraggiano l’interprete a confrontare il movimento con un pensiero consapevole.

PROGRAMMA
Dopo una base di riscaldamento e potenziamento fisico, verranno introdotti  
elementi base di Flying Low (tecnica di danza contemporanea, fondata da David Zambrano, che permette di apprendere la discesa e la salita dal suolo in modo organico ed omogeneo, nel rispetto delle assi del corpo e del risparmio energetico).
Seguiranno elementi di acrobatica classici, per approdare successivamente ad un materiale più complesso e composito.
Il centro del seminario ruota attorno allo sviluppo della consapevolezza sull’utilizzo del peso del corpo, delle assi e della spirale per un approccio tridimensionale del movimento nello spazio. 
In ultimo verranno proposti dei sistemi di ricerca su alcuni macro-elementi del corpo in relazione con la forza di gravità come ad esempio il principio di caduta. 
Questo sistema di “materiale virtuoso” sarà uno strumento che permetterà ai partecipanti di sperimentare la possibilità di creare una danza consapevole e multitasking. 
L’obiettivo è quello stimolare la fiducia e la tecnica dell’interprete per un utilizzo complesso e tridimensionale del proprio corpo.

Natalia Vallebona è un’artista di origine Italiana, figlia della corrente contemporanea del Nord Europa. Autrice, Coreografa e Interprete combina la potenza della Breakdance con la fluidità e la tecnica della Danza contemporanea. Le sue esperienze artistiche l’hanno portata a sviluppare uno “stare in scena” caratterizzato da un corpo potente, multi-dimensionale, dove il rischio, la fragilità e l’esposizione creano una realtà danzata che si dirige verso un immaginario surrealista, pieno di ambiguità e suggestioni per il pubblico che Natalia ama definire immaginario “punk e poetico”. 
La sua cifra artistica è potente e personale, parte da un uso virtuoso del corpo che attinge alla “componente intuitiva” che c’è in ognuno di noi. 
La necessità di usare il corpo come uno specchio della società contemporanea porta Natalia a sperimentare un linguaggio “multitasking” che la induce a staccarsi dalla concezione della danza pura, intesa come movimento fine a se stesso, per avvicinarsi ad un tipo di espressione più teatrale, ossia necessaria, di azione e relazione. 
Questa è la linea di indagine che utilizza per creare la propria poetica di corpi fragili e potenti in stretta relazione con se stessi e con il mondo. 
Dal 2014 Natalia condivide la sua ricerca come professore e coreografa invitata in numerosi centri e accademie per la danza e il teatro fisico europee (Charleroi Danse, Codarts, Teatro Stabile Torino, Micadanses, Talk Project, Circo Vertigo, Erd Micadanses, 
Accademia Teatro Dimitri…). 
Attualmente collabora come interprete con Balletto Civile in Italia e con Quan Bui Knoc (Ballet C de la B), Ben Fury (Sidi Larbi Cherckaoui), Alì e Hédi Tabhet e Isabella Soupart in Belgio. Parallelamente continua il suo personale lavoro di ricerca e creazione con il suo Collettivo Poetic Punkers.


QUANDO: 9, 10 aprile dalle 11 alle 14
DOVE: Teatro della Contraddizione, via della braida, 6 – 20122 Milano
Quota di partecipazione: €70
infoline: TDC 025462155 – prenotazioni@teatrodellacontraddizione.it
Maria Carpaneto 3479355159 – mariacarpaneto@gmail.com

IN CONTRODANZA Le Marin Perdu

dal 7 al 10 aprile
Rassegna In Controdanza
Le Marin Perdu 
di e con Faustino Blanchut e Natalia Vallebona

Coreografia di Natalia Vallebona
Dramaturgia e regia di Faustino Blanchut 
Musiche di Laura Marti e Patrick Belmont
Coaching artistico di Hildegard De Vuyst – Ballets C de la B
Prodotto dal collettivo Poetic Punkers e dall’associazione Les choses qui font BOOM.
Co-prodotto da: La Bergerie de Soffin – Micadanses Paris – Teatro della Tosse di Genova – Mouvement Contemporain – Code Dans Gent.

La ricerca artistica inizia con la volontà di trasporre un materiale scientifico e neurologico in un linguaggio scenico e poetico.
Le marin perdu nasce da una visione ispirata al capitolo « il marinaio perso » tratto dal libro « L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello » del neurologo e scrittore britannico O. Sachs.
Il libro descrive il caso di un paziente che si ritrova bloccato nel presente, in un momento unico, senza prospettive né di passato né di futuro. « Se un uomo ha perso un occhio o un braccio, sa che ha perso un occhio o un braccio; ma se ha perso se stesso, non può saperlo, perché non c’é nessuno a cui può chiederlo. » – L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello.La pièce mette in scena il presente di un uomo perso, che fluttua tra i pezzi sparsi del puzzle della sua memoria. Questa introspezione espressa attraverso una « motricità dell’incongruenza », lo conduce a sfiorare la sua propria diagnosi: « Moi j’ai perdu ma mé … Moi » (Io ho perso la mia me mo … Io).
La nostra ricerca parte da un immaginario iper-realista che poi si allontana dal realismo per fare vivere agli interpreti la storia che raccontano attraverso un impianto coreografico che trasforma la vaghezza del ricordo in prospettive fisiche.
“Ci interessava scrivere un linguaggio gestuale che rendesse lo stato interiore, del Marinaio, nella sua percezione distorta della realtà.” 
Lo smarrimento mnemonico diventa metafora del concetto di memoria collettiva, dell’appartenenza ad un luogo, dell’atto di esistere e della relazione con un’altra persona. Gli interpreti creano così la “danza” dell’opera, un linguaggio ricco di contraddizioni e speranze disilluse. Le Marin Perdu è un’opera ibrida nel suo genere, un unico atto tragicomico, tecnico ed emotivo che accompagna gli interpreti nel loro viaggio onirico-relazionale. La ricerca sulla memoria fatta per la creazione “Le Marin Perdu” ci porta ad investigare il concetto di “Memoria Collettiva” come atto di collocazione di un singolo individuo in un tempo e uno spazio determinati.

Per compiere questa volontà il lavoro prevede l’invito da parte dei performer a dei momenti di partecipazione spontanea del pubblico.

dal 7 al 10 aprile – ore 20,45
Ingresso €15 – Ridotto €12I posti sono limitati.
>>Prenotazione obbligatoria.

TESSERA: Per accedere agli spettacoli è necessario avere la tessera associativa del Teatro della Contraddizione. La tessera è gratuita e va richiesta almeno 24 ore prima dell’evento cui si vuole partecipare.

Per richiedere la tessera: http://www.tesseramentocontraddizione.itGREEN PASS: Per accedere agli spettacoli è necessario il “super Green pass”, il certificato verde rafforzato, o un’idonea certificazione medica. Durante la permanenza in Teatro e per tutta la durata dello spettacolo sarà necessario indossare correttamente, su naso e bocca, la mascherina FFP2. È vietato l’uso di mascherine chirurgiche o di comunità. 
info e prenotazioni: 025462155 – prenotazioni@teatrodellacontraddizione.it